La Sea è un vasto pianoro a 1275 m d'altitudine nel comune di Torre Pellice, che domina il congiungimento delle Valli del Pellice e dell'Angrogna. Qui il 13 settembre 1943 salì un gruppo di 15 ex alpini della valle, guidati da Telesforo Ronfetto ("Pot"), sergente maggiore fuggito da Susa dopo l'armistizio. A loro si aggiunsero, pochi giorni dopo, Mario Rivoir, Bartolomeo Trombotto ("Meo"), Marcel Malan (tutti di Torre e Luserna) e qualche altro (del gruppo fece parte Aldo Guerraz). Si tratta di uno dei numerosi gruppi di Resistenti che si costituirono spontaneamente dopo l'8 settembre in Valpellice. Il gruppo aveva una sua vita autonoma pur appartenendo alle formazioni G.L.. Fino a gennaio 1944 il gruppo iniziale era formato da una ventina di elementi tra alpini e soldati sbandati; successivamente, in seguito ai bandi di reclutamento repubblichini, aumentò fino a 150 componenti.
Capo del gruppo fu, sin dall'inizio Telesforo Ronfetto. A lui si affiancò successivamente, forte del suo grado di capitano di complemento, Mario Rivoir. Il gruppo era ben armato e sin dai primi tempi poteva disporre anche di una mitragliatrice e di due fucili mitragliatori.
L'8 settembre ero di stanza al Forte di Fenestrelle col 3° Regg. Alpini. Il nostro comandante si è arreso senza proferir parola a due ufficiali tedeschi arrivati col sidecar; mi trovavo più in alto e visto quanto successo ho radunato immediatamente alcuni soldati decidendo per la fuga, divisi in piccoli gruppi; mi sono caricato una mitragliatrice Breda e attraverso le montagne ho raggiunto la Sea di Torre Pellice.
Telesforo Ronfetto, classe 1916
La banda pose la sua prima base alla Tarva, una grangia disabitata, in seguito alla Sea.
La vita del gruppo, dai ricordi del pastore Davite "Dutur Gecchis" e di Franco Pasquet (Minor) era caratterizzata dalla "grande barba" cioè dai turni di guardia, pure così importanti per la sicurezza del gruppo, cui si univano lavori di pulizia e manutenzione, preparazione dei cibi, più o meno convincenti a seconda dei cuochi, esercitazioni alle armi, soprattutto per le reclute. A tutti erano riservate lezioni di politica da parte dei più acculturati, dopo i quali erano accolti come liberatori sia canti, sia barzellete. Non mancavano addestramenti "curiosi", frutto della mente un poco dispettosa di Pot, che per mantenere all'erta i suoi uomini nel bel mezzo della notte, una volta li aveva svegliati con l'allarme, fatti armare di tutto punto e trasferire tra Torre e Luserna per un'azioneā¦ raccogliere cavoli in un campo, solo per tenerli in esercizio.