La parola sentieri partigiani desta un senso di curiosità, di ricerca di un qualcosa di diverso, di nuovo ponendo qualche interrogazione, qualche riflessione. Ma cos'è poi un sentiero se tanto se ne parla? In definitiva si tratta di una striscia di terra, più o meno visibile e percorribile, tracciata tra prati, boschi, pietraie caratteristiche delle zone collinari e montane.
La nascita di un sentiero sovente si perde nel tempo, opera degli uomini per la loro necessità di vita e di lavoro. Hanno ciascuno una loro storia, talora serena, talora difficile, sovente anche tragica. Si è detto per necessità della vita nella sua normalità, ivi compreso il piccolo contrabbando alla frontiera, in un ambiente ove l'esistenza è dura e difficile sempre e anche in determinati periodi anche nella sua non normalità. Questi nostri sentieri sono stati percorsi dalla minoranza religiosa valdese perseguitata dalle truppe dei sovrani di Francia e di casa Savoia prima ducale e poi salita al rango reale.
Ritornano i sentieri ad avere una loro diversa vita nel periodo del 1943/45: è la RESISTENZA.
Questi della Val Pellice percorsi dai partigiani della 5a Div GL., quelli del vallone della Luserna dai gielle e dai garibaldini della 105 nella loro lotta per la libertà per un'Italia ed un'Europa democratiche e libere dalle truppe naziste e dalle Brigate Nere che libertà, democrazia, giustizia non volevano. La storia si ripete, perseguitati e persecutori!
Auspichiamo che oggi possano essere percorsi con serenità, con lo sguardo rivolto alla superba cornice delle Alpi, con lo sguardo sulla natura che li circonda e che nei momenti di sosta tra i fiori montani ammirandoli si possa sentire il sussurro della canzone partigiana.
E se muoio da partigiano tu mi devi seppellir
seppellire lassù in montagna sotto l'ombra di un bel fior
E le genti che passeranno diranno che bel fior
questo il fiore del partigiano morto per la libertà
Giulio Giordano