Nel febbraio del '44, dopo la presa della caserma di Bobbio Pellice e i rastrellamenti che ne seguirono, la Val Pellice si trovò ad essere liberata dall'occupazione tedesca e dall'oppressione fascista. In quelle settimane la valle fu di fatto suddivisa in due zone distinte. Una quella inferiore, con gli abitanti di Torre Luserna, occupata dai nazifascisti, mentre l'altra, comprendente l'alta valle di Villar Pellice e Bobbio Pellice, si trovò a vivere sotto il controllo dei "ribelli" e indicata con l'appellativo di "Italia libera".
Sul fondovalle il confine fra le due zone fu tacitamente fissato nella zona compresa tra Santa Margherita e i Chabriols, al confine con il comune di Villar. La principale via di comunicazione stradale sul fondo valle venne sempre mantenuta transitabile e su di essa entrambe le parti approntarono posti di Blocco: i fascisti a Santa Margherita, i partigiani nei pressi dell'osteria La Vittoria poco più a valle di Chabriol inferiore.
Questo periodo di relativa calma e tranquillità ebbe termine con i rastrellamenti iniziati il 21 marzo 1944 che dimostrano l'impossibilità di riuscire a difendere e mantenere il controllo sui territori liberati. I partigiani si convinsero ad abbandonare qualunque progetto di liberazione del territorio dall'occupazione tedesca adottando successivamente altre forme di lotta.