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Jenny Cardon

Jenny, staffetta partigiana decorata alla memoria, fu uccisa in un conflitto a fuoco tra i partigiani e i tedeschi che la tenevano in ostaggio come "scudo".

La motivazione della decorazione dice: "Staffetta volontaria, dava prezioso aiuto in varie, rischiose azioni informative e di collegamento. Catturata mentre tentava di recare un ordine ad un reparto dislocato in altra zona, veniva barbaramente usata dal nemico come scudo durante il combattimento e cadeva eroicamente per la libertà della Patria" Rio Cros (Torre Pellice) 26 aprile 1945.

Cardon Jenny in Peyronel, fu Luigi Cardon e di Pastre Margherita, nata a Torre Pellice l'11 marzo 1917.

Jenny era di famiglia valdese ed antifascista, non prese mai la tessera del partito. Ha fatto le elementari poi l'avviamento, ha un carattere deciso ed altruista. Si sposò con un ragazzo, Luigi Peyronel, cresciuto con lei e i suoi due fratelli, Iller ed Elmis. Si sposarono, durante una licenza del ragazzo chiamato alle armi, sergente maggiore negli Alpini, il 1° agosto del 1943; non si vedranno mai più, quando Luigi tornò, Jenny era morta da pochi giorni.

C'è un messaggio da consegnare ai partigiani dell'Alta Valle. Jenny si offre di consegnarlo al posto di Jean Rivoir, perchè ritiene che una donna sollevi meno sospetti. Ma vicino a Rio Cros, è intercettata da una colonna di nazifascisti in discesa da Bobbio Pellice, la costringono a mettersi in mezzo a loro come scudo umano, e per renderla più visibile, l'obbligano a sfilarsi il soprabito di colore neutro, al fine di esibire una più vistosa maglia a righe. Scoppia l'inferno, sul terreno rimangono otto vittime tra cui Jenny. La colonna riprende il cammino, a Torre Pellice i nazifascisti sparano ancora uccidendo tre civili. Era il 26 aprile 1945, qualche giorno dopo, più nessun'arma avrebbe sparato.