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Oasi del Barant

Come sito di interesse comunitario l'Oasi del Prà-Barant è stato istituito con Decreto Ministeriale 25 marzo 2005, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat) e comprende una superficie di 4,106 ha nel territorio dei comuni di Bobbio Pellice e Villar Pellice.

Il SIC è collocato nella parte alta del bacino del torrente Pellice, ove occupa una vasta area comprendente l'Oasi del Prà-Barant e la testata della Comba dei Carbonieri.

Si tratta di un sito tipicamente alpino, posto lungo lo spartiacque che separa la Valle Pellice dalla Valle Po e dalla valle del Guil in Francia, è caratterizzato da una notevole escursione altimetrica poichè si estende tra i 1.200 m del fondovalle e i 3.171 m del Monte Granero.

Il SIC è occupato per circa la metà da ambienti rocciosi e da macereti e, solo secondariamente da cenosi erbacee, soprattutto praterie rupicole, inframmezzate da alneti di ontano verde (Alnus viridis) e da arbusteti alpini. La vegetazione arborea è costituita in prevalenza da lariceti ma sono presenti anche piccoli nuclei di pino uncinato (Pinus uncinata), di pino cembro (Pinus cembra) e abete bianco (Abies alba).

Ambienti e specie di maggior interesse

Gli ambienti di interesse comunitario presenti nel sito sono numerosi.

Sono considerate prioritarie ai sensi della D.H. le formazioni pioniere alpine del Caricion bicoloris-atrofuscae (7240), cenosi formate per lo più da specie a distribuzione artico-alpina dei generi Carex e Juncus che si sviluppano su depositi sabbioso-ghiaiosi costantemente umidi. Nel sito è segnalata la presenza delle specie Carex bicolor, Juncus jacquinii, J. alpino-articulatus.

Habitat prioritari sono anche le formazioni igrofile di muschi calcarizzanti (7220), caratterizzate dalla presenza del muschio Cratoneuron commutatum.

L'ambiente forestale più esteso sono i lariceti (9420), solitamente accompagnati da arbusteti di rododendro (Rhododendron ferrugineum) e mirtilli (4060) e da ginepreti di ginepro nano (Juniperus nana) (4060); hanno superficie più modesta un piccolo bosco di pino uncinato (9430) e un ridotto nucleo di faggeta oligotrofica (9110). Sugli affioramenti rocciosi si trova la vegetazione rupicola e dei macereti silicei e calcarei (8110, 8120, 8210, 8220), in stretto contatto con le ampie praterie basifile alpine e subalpine (6170); ben diffusi sono anche i megaforbieti (6430), frequenti in alta valle dei Carbonieri,mentre di minor estensione sono i nardeti (6230) e i prati da sfalcio (6520), assai localizzati nella conca del Prà. I greti del torrente Pellice, nel fondovalle, ospitano vegetazione erbacea di greto a Epilobium fleischeri (3220). Il sito ospita notevoli emergenze floristiche tra le quali si segnalano Saxifraga valdensis, Aquilegia alpina e Asplenium adulterinum, specie inserite nell'All. IV della D.H., oltre alle rare Minuartia lanceolata, Trichophorum pumilum, Salix caesia. Sono presenti nel sito molte specie endemiche alpiche come Campanula elatines, C. alpestris, Cerastium lineare, Primula marginata e, di recente scoperta nelle Alpi occidentali italiane, Pinguicula arvetii e Hedysarum brigantiacum. Sono presenti nel sito peculiari cenosi a Carex fimbriata che si sviluppano sui detriti rocciosi serpentinitici.

Per quanto riguarda la fauna, tra le specie di interesse comunitario, spicca la presenza di un'importante popolazione della salamandra di Lanza (Salamandra lanzai, All. IV), anfibio endemico del gruppo del M. Viso. Il resto dell'erpetofauna è composto da specie abbastanza comuni come il ramarro (Lacerta bilineata), la lucertola muraiola (Podarcis muralis), il colubro liscio (Coronella austriaca), tutte inserite in All. IV, e la Rana temporaria. Fa eccezione la lucertola vivipara (Zootoca vivipara), poiché in questo SIC ricade una delle rare località delle Alpi occidentali piemontesi in cui essa è nota.

Gli invertebrati includono interessanti endemismi; tra gli ortotteri si ricordano Anonconotus baracunensis, scoperto al Colle Barant (erroneamente indicato "Baracun" sulle vecchie carte militari), e Glyptobothrus pullus, quest'ultimo noto in Piemonte solo nella Conca del Prà; tra i molluschi è segnalato Phenacolimax stabilei, esclusiva delle alte quote delle Alpi occidentali.

Eccezionale il popolamento di coleotteri carabidi: nell'alta Val Pellice sono segnalate oltre 160 specie, di cui 54 nella sola area della Conca del Prà. Tra le numerose specie di lepidotteri, si ricordano Callimorpha quadripunctaria (All. II), Maculinea arion (All. IV), Parnassius apollo (All. IV), Parnassius mnemosyne (All. IV), Zerynthia polyxena (All. IV), oltre a Lycaena eurydame, Plebejus argus, Cyaniris semiargus, Erebia aethiops, Aphantopus hyperantus.

Nove specie di uccelli elencate nell'All. I della D.U.: il picchio nero (Dryocopus martius), la civetta capogrosso (Aegolius funereus), il gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax), l'averla piccola (Lanius collurio), la coturnice (Alectoris graeca saxatilis), la pernice bianca (Lagopus mutus helveticus), il fagiano di monte (Tetrao tetrix tetrix) e l'aquila reale (Aquila chrysaëtos).

Le notizie sui mammiferi riguardano le specie di grandi dimensioni. Si possono facilmente osservare la marmotta (Marmota marmota) ed alcuni ungulati, come il capriolo (Capreolus capreolus) e il camoscio (Rupicapra rupicapra), oltrechè lo stambecco (Capra ibex) e il muflone (Ovis orientalis), le ultime due specie però introdotte. è nota la saltuaria presenza del lupo (Canis lupus, All. II e IV).