Guglielmo Jervis detto Willy viene catturato dalle SS italiane al ponte di Bibiana l'11 marzo 1944 mentre tornava in motocicletta alla sua casa di Torre Pellice dalla Val Germanasca, dopo un incontro con i comandanti partigiani Malan e Favout. Gli trovano addosso un tubo esplosivo ricevuto dalla miniera di talco della Gianna e importanti documenti. Viene torturato alla caserma degli Airali a Luserna e poi consegnato alla Gestapo, alle carceri Nuove di Torino. Tutti i tentativi di farlo liberare risultano vani; il 27 luglio il maresciallo tedesco Albrecht firma la relazione finale che lo condanna a morte. Willjy Jervis ha 43 anni, è nato a Napoli, è ingegnere alla Olivetti di Ivrea, esperto alpinista, valdese molto attivo e, soprattutto, una "mente" della formazione partigiana Giustizia e Libertà. Tra l'altro tiene i contatti con gli Inglesi, in Svizzera, per i lanci di armi e rifornimenti ai gruppi partigiani.
Il 4 agosto, cinque mesi dopo la sua cattura, durante un massiccio rastrellamento delle Valli, viene inviato insieme ad altri quattro partigiani dalle Nuove alla caserma di Torre Pellice. Il 5 agosto, verso sera, viene portato sulla piazza di Villar Pellice dove viene trucidato.