Da Gay Rochat - "Resistenza in Val Pellice"
Gruppo dei Chabriols (frazione fra Villar e Torre Pellice, lungo la strada carrozzabile) meglio conosciuto come "Gruppo del ventuno", nome di battaglia derivante dal numero dei primi aderenti. Ben presto costoro aumentarono e nel dicembre 1943 salirono a 30 uomini circa.
Il gruppo fu costituito subito dopo l'8 settembre ed ebbe sempre un ruolo di punta nella Resistenza in Val Pellice, distinguendosi per compattezza ed attività. Buona parte del merito spettò al capo, René Poet, tipico comandante partigiano profondamente antimilitarista, dotato di eccezionale ascendente, di idee chiare, coraggio, rettitudine ed equilibrio. Tra i suoi compagni si ricordano Jean e Poluccio Poet (2 fratelli non parenti di René), Aldo Castellano (Braccio), Stefano Ayassot (Thiene o Sciancun) e il fratello Aldo, Attilio (il Biound) e il fratello Alberto Jourdan, i fratelli Gilbert, Renato e Bruno Michelin Salomon.
Anche i membri di questo gruppo erano contadini che, fino a quando fu possibile, continuarono a vivere nelle proprie case. Loro luogo di riunione era la Boula cascina di Jean Poet all'inizio della borgata. Ai Ciaplet, località più in alto, tra il Ciarmis ed i Chabriols, venivano invece nascoste le armi ed i materiali più importanti.
Nei momenti di pericolo, gli uomini del "ventuno" salivano in luoghi più sicuri, protetti da folti boschi di castagni e di difficile accesso. Posti tuttavia non molto distanti dai Chabriols, e precisamente alla Coucourda (proprietà di Jean Poet) o alla Vigna (sulla sponda destra del torrente Carofrate). Quivi erano ospitati e protetti nella baita di Luigi Bertin-Maghit (Barba Louis), anziano contadino che sempre, senza impugnare arma, aiutò efficacemente i partigiani.
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L'attività di questo gruppo è una delle più intense fin dall'inizio. Non solo provvede al recupero per sé, ma anche aiuta altri gruppi nella stessa operazione. Quasi subito si collega col centro di Torre Pellice e la sua azione viene così coordinata con quella degli altri.
Il gruppo (inizialmente chiamato "dei Chabriol") ha le caratteristiche iniziali peculiari dei principali gruppi della Val Pellice: composti esclusivamente da valligiani, sorgono per iniziativa spontanea di elementi locali, mentre ancora in zona vi sono reparti dell'esercito e della milizia confinaria. Questa non si muove ma diventa presto nemica. Essi assumono subito un carattere di clandestinità. Di giorno i giovani vanno per i fatti loro con le debite precauzioni e di notte fanno i recuperatori.
Il gruppo dei Chabriol fu il primo a nascere. L'11 settembre 1943 René e Jean Poet recuperarono pistole, fucili e munizioni dalla caserma di Torre Pellice, risolvendo così il problema dell'armamento individuale anche per quelli che saranno poi gli uomini del "gruppo del ventuno".
Il gruppo fu caratterizzato dalla forte personalità di Renè Poet che farà si che sarà il più bel gruppo della valle. Le sue idee nitide, precise le esporrà agli uomini durante le riunioni tenute nella stalla di Jean o su a Coucourda, sdraiati sulle foglie: "i tedeschi erano i nemici del'umanità - gli alleati ed i sostenitori del fascismo - i nemici della libertà; bisognava distruggere tutto quanto di fascista vi era nel mondo e poi ricostruire su basi nuove". Egli non si imporrà, finché gli sarà possibile, ma cercherà sempre di convincere i suoi uomini. Le sue idee saranno poi accolte da tutti e per esse si combatterà.
Suoi collaboratori più fedeli Poluccio Poet, Jean Poet e Braccio (Castellano Aldo).
Testimonianza di Ayassot Stefano del 29/01/1985
I Primi aderenti al gruppo hanno tenuto regolari riunioni serali probabilmente già prima dell'8 settembre 43 sempre nella stalla del Boula o Coucourda. Verso fine novembre 1943 ho partecipato alla mia prima riunione, in quanto in precedenza ero stato ricoverato per il tifo.
Eravamo un gruppo di contadini dal Tagliaretto ai Chabriol fino al Teynaud. Maghit era della Vigna dove c'era la base ed ora c'è la lapide del comando. Tutti scappati da sotto le armi tranne quelli come me del '25.
Eravamo in ventuno e discutevamo di quello che era l'avvenire dell'Italia, eravamo zero in politica, solo contrari al duce ed al fascismo. C'erano René Poet e Jean Poet che erano più preparati, avevano 30 anni, io ne avevo 18. Anche il fratello di Jean, Paolo Poet era già "temprato" per G.L.
Ha preso la parola René Poet. Si è alzato e ha detto: bisogna dare un nome a questa squadra. Jean si gira e dice: "siamo in ventuno - mettiamo nome Gruppo del ventuno". Così non c'era Villar Pellice o Torre Pellice.
C'era mio fratello Aldo; c'erano ragazzi dei Servera, del Teynaud, della Vigna, del Tagliaretto: tra gli altri Ribotta, Castellano, Eynard, Jourdan.
Il "Gruppo del ventuno" ha avuto un enorme passaggio di uomini. Eravamo in ventuno, poi cento, poi centocinquanta, centoottanta. Dalla metà del 1944 una parte è andata in pianura, altri in altre squadre per comodità o altro. Il "Gruppo del ventuno" è sempre stata la base per la Valpellice e ha partecipato con i suoi partigiani alle azioni militari della valle già dal fallito attacco alla caserma di Bobbio Pellice del dicembre 1943, al combattimento di Rio Cros di inizio febbraio 1944.