Il percorso in sintesi
- Località toccate: Torre Pellice (525 m ) - Chabriols (654 m) - Teynaud (637 m) - Ciarmis (726 m) - Villar Pellice (668 m) Flissia (654 m) - Buffa (707 m) - Peyron (886 m) - Mamauro sup. (1329 m) Ponte Pautas (1019 m) - Le Selle (1442 m) - Grange del Pis Barbara (1756 m) - Colle del Baracun (2383 m) - Prà Rif. Jervis (1742 m) - Villanova (1231 m) - Malpertus (837 m) - Cortilet - Bobbio Pellice (744 m) - Ponte di via Furca - Villar Pellice (668 m) Teynaud (637 m) - Torre Pellice (525 m)
Introduzione
Itinerario per MTB (mountain bike) che parte ed arriva a Torre Pellice, utilizzando le stradine che collegano le borgate di fondovalle attraversando luoghi dove si svolsero i principali avvenimenti che caratterizzarono la storia della resistenza in Val Pellice.
Scheda
Partenza da Torre Pellice, piazza Gianavello, davanti all'ex Caserma Ribet, ora sede della Biblioteca della Resistenza. Ci si dirige verso ovest in via Arnaud, via Beckwith, passando nella area pedonale della zona Valdese di Torre Pellice, all'incrocio con via Volta. Due monumenti dedicati ai Caduti per la libertà e ai Caduti nei Lager. Non lontano, sulla sinistra, il monumento dedicato al predicatore partigiano Jacopo Lombardini.
Si prosegue fino a raggiungere la piccola piazza della frazione Santa Margherita, dove nel periodo di "Italia Libera", nel febbraio e marzo del '44, fu collocato il posto di blocco nazifascista.
Si continua affrontando una breve ma ripida salita in cima alla quale sulla destra, si trova l'Ospedale Valdese, dove durante il periodo della resistenza furono spesso ricoverati, medicati e curati i partigiani feriti o malati. Attraversato lo stradone si continua in via Matteo Gay fino ai "Giardini della Rosa Bianca" davanti alla vecchia stazione di partenza della cabinovia Vandalino. Un cippo sulla destra ricorda che questo luogo fu teatro di uno dei più importanti combattimenti sostenuti in valle fra i partigiani e i nazifascisti e la successiva esaltante esperienza di "Italia Libera". Nello stesso luogo il 26 aprile del 1945, alla vigilia della Liberazione, cadde la staffetta partigiana Jenny Cardon.
Invece di proseguire lungo la strada provinciale si può imboccare sulla destra via Vandalino, giungendo in breve a un gruppetto di case (segheria), dove fu collocato il posto di blocco partigiano "l'osteria La Vittoria" all'ingresso dell' "Italia Libera". Sulla destra un piccolo cippo ricorda i partigiani Antonio Dassano ed Enrico Malan, della Banda della Sea, qui caduti il 19 marzo 1944 per un tragico malinteso tra gli stessi partigiani che presidiavano il posto di blocco.
Via Vandalino si immette di nuovo sulla strada provinciale. Seguendola si raggiunge la borgata Chabriols. Sulla destra una lapide ricorda la fucilazione, il 9 agosto del 1944, di un gruppo di sei partigiani catturati il giorno prima alla Conca del Prà. Poco più oltre una seconda lapide indica il punto in cui fu ferito a morte, il 2 dicembre del 1943, il primo partigiano a cadere in Valle, Sergio Diena.
Si attraversa il Rio Carofrate, si lascia Torre Pellice per il comune di Villar Pellice. Dopo la borgata Bouissa, prendiamo la prima strada sulla destra per lasciare la provinciale, passiamo accanto alla scuoletta Beckwith dei Teynaud ed al primo incrocio giriamo a sinistra; al successivo incrocio seguiamo la strada sterrata verso ovest con vista sopra il piano del Piano dei Teynaud. Qui, il 6 febbraio 1944, avvenne lo scambio dei militi confinari, catturati dai partigiani dopo la resa della caserma di Bobbio Pellice, con gli ostaggi catturati dai tedeschi durante i rastrellamenti che seguirono a quell'episodio.
In breve raggiungiamo la Borgata Ciarmis passando sotto le borgate Vigna, Chiotas, Ciarbunil, Gardetta, tutte luogo di rifugio dei Partigiani. Da qui seguendo il sentiero lungo il torrente Rospard ritorniamo sulla provinciale per giungere nel borgo di Villar Pellice.
Entrando nel paese si segue sulla sinistra via Martiri e si raggiunge la piazzetta intitolata a Willy Jervis dove, nella notte dal 5 al 6 agosto 1944, furono finiti a colpi di mitra cinque ribelli prigionieri portati dalle Nuove di Torino. Essi furono poi appesi, laccio al collo: uno ad un pianta, due a pali della luce, e gli altri ad un balcone. Fra di essi venne riconosciuto il giorno dopo l'ing. Willy Jervis. Dopo quasi due anni sarà identificato anche, grazie a un paio di scarpe, un partigiano valsusino: Angelo Primela Miero di Bussoleno.
Dalla piazza scendiamo passando di fianco alla sede dell'ecomuseo Feltificio Crumiére, al laghetto Cros, alla polisportiva, all'area sosta parco della Flissia. Attraversiamo quindi il ponte sul Pellice e seguiamo la strada dell'inverso fino alla Borgata Buffa. Sulla destra bella vista all'Indritto con le borgate Cucuruc, Comba, Serre, Bodeina, Pertusel, Bessé teatro di bombardamenti, rastrellamenti e lotta per la libertà.
Subito dopo le case della borgata Buffa (prima della residenza vacanze "Castagneto"), prendiamo la strada a sinistra e lasciamo la strada asfaltata per lo sterrato che ci porta a Mamauro. Seguendo la strada sterrata in salita attraversiamo le borgate Peyron (886 m), Forestet (1056 m), Mamauro inferiori (1074 m), di mezzo (1204) e superiori (1329). Da qui scendiamo verso il ponte Pautas della comba dei Carbonieri (1019 m) passando da Sapé Chiot (1294 m). Per evitare di salire 300 m di dislivello possiamo prendere subito dopo la borgata Peyron la strada sulla destra che ci porta direttamente al ponte Pautas. Al ponte Pautas risaliamo la Comba dei Carbonieri su strada asfaltata attraverso Pralapia (1230m), le Selle (1442 m ), fino al Rifugio Barbara Lowrie in località Pis della Rossa (1756 m). Da qui continuiamo l'ascesa su strada sterrata al Colle del Baracun - Rifugio Barant (2383 m). Sul colle venne realizzata negli anni trenta una casermetta della GaF che avrebbe dovuto ospitare il presidio di un futuro caposaldo difensivo del Vallo Alpino, di cui venne ultimata una sola postazione fortificata.
Il valico veniva regolarmente utilizzato dai partigiani della V Div GL "Sergio Toja" per spostarsi tra i due valloni, entrambi occupati da forti nuclei di ribelli. La casermetta, ora trasformta in rifugio alpino, servì da rifugio per diversi gruppi partigiani durante i lunghi mesi del '44. Poco distante il giardino Botanico Alpino "Bruno Peyronel", un area di circa 1700m² di notevole interesse botanico per la presenza di oltre 300 specie spontanee di flora alpina.
Scendiamo ora su strada naturale (pista Barant Prà) fino alla Conca del Prà (lunga circa 4 Km) all'altezza del Rifugio Willy Jervis (m 1732). In più di una occasione i partigiani furono costretti a ripiegare in alto, trovando rifugio nella conca del Prà dove, nella primavera - estate del 1944 fu approntato addirittura un grande campo per l'addestramento delle reclute. Nello stesso periodo nella conca vennero effettuati alcuni lanci di materiale da parte degli Alleati (Missione Orange Gobi).
Da qui scendiamo percorrendo la pista a fondo naturale fino a Villanova (1231 m) per poi continuare su strada asfaltata fino a Bobbio Pellice, toccando la borgata Malpertus, data alle fiamme dai tedeschi il 7 agosto del 1944 durante uno dei molti rastrellamenti. Sulla destra, oltre il ponte Napoleone, troviamo la Comba Crosa dove nell'aprile del 44 in un "pertus" inaccessibile era stata posta al sicuro una radio trasmittente.
Prima della Borgata Payant, famosa per "Villa Principe" che fu sede del comando partigiano a Bobbio ed incendiata il 6 agosto 1944 per rappresaglia, si sale sulla destra verso la borgata Cortilet. Qui il 14 agosto 1943 il partigiano Emilio Bertinat, uscendo di casa, si trovò davanti all'improvviso dei soldati russi. Subito gettò contro di loro una bomba a mano e si diede alla fuga verso la montagna. Per rappresaglia immediata, tutte le case del villaggio furono date alle fiamme, un anziano gravemente ferito con un colpo di pistola, tutti gli abitanti del luogo furono arrestati e poi liberati dopo ventiquattr'ore.
Si attraversa Bobbio passando nel borgo storico, vicino alla chiesa cattolica ed alla caserma, recentemente ristrutturata in un centro vacanze, conquistata dai partigiani nel febbraio del 44. Il combattimento durò quasi interrottamente un giorno e una notte. Per tutte le viuzze del borgo si combatteva; il giovane Paolo Geymonat fu fulminato da una scarica di mitraglia nei pressi del Tempio Valdese.
Si riprende la statale al ponte del Subiasco e ci si dirige verso Torre Pellice. Appena prima dell' incrocio con la strada del ponte di via Furca un cippo a ricordo di Silvio Bouissa. Il 27 giugno reparti tedeschi e repubblichini saliti da Torre Pellice per una azione di polizia si scontrarono con una formazione partigiana; ne risultò ferito gravemente il giovane Silvio Bouissa del '27. Portato all'Ospedale Valdese, vi morì l'indomani. Continuiamo la discesa sulla provinciale, attraversiamo Villar Pellice e ai Teynaud, sulla destra, dopo la pensilina della fermata del autobus una piccola lapide ricorda la morte di Alcide Arnoulet artefice dell'artiglieria "s-ciancun" durante il vittorioso attacco alla caserma di Bobbio Pellice. Fu sorpreso in un casolare nelle vicinanze e barbaramente ucciso il 4 febbraio 1944. Rientro a Torre Pellice seguendo la provinciale.